“Quando ero piccolo a casa mia era tradizione che mamma le preparasse per il venerdì santo. Nascevano così tantissime discussioni, perché mio padre non amava il gusto forte della Sarda e per ovviare a questo mia madre aggiungeva dell’aceto per mitigarne un po il sapore.
Ho voluto riprendere nella sarda l’aceto nelle due componenti aromatiche. La cipolla all’aceto di vino rosso e con lo zafferano. La faccio “bella panciuta” come la faceva mia mamma, piena di prodotti del territorio legati alla tradizione e rivisitati in chiave molto più Goduriosa. Dopo tente prove (é in carta da dieci anni) siamo arrivati ad ottenere il giusto equilibrio e la giusta cottura. Mancava però una parte croccante e visiva (la sarda non si vedeva perche prima era panata) e abbiamo deciso di utilizzare una lega molto più lenta per far appicciare il pane, ma senza coprire il pesce. Per la croccantezza abbiamo usato il panko e non la mollica poi abbiamo avvolto infine il tutto in una pasta kataifi”